associazione culturale per la diffusione del Komyo Reiki Ryoho e pratica di altre tecniche olistiche
mercoledì 22 febbraio 2012
Il Reiki ed il campo biomagnetico
Una ricerca indipendente condotta dal Dott. Robert Becker e dal Dott. John Zimmerman nel corso degli anni ottanta, si occupò di verificare cosa avviene mentre si praticano terapie energetiche come il Reiki.
La ricerca rivelò che non solo le onde cerebrali del praticante e del ricevente si sincronizzavano nello stato alfa, caratteristico del rilassamento profondo e della meditazione, ma che pulsavano all’unisono con il campo magnetico terrestre (Risonanza di Schuman).
In quei momenti, il campo biomagnetico delle mani dei praticanti era almeno mille volte più esteso del normale e ciò non aveva alcuna relazione con la corrente del corpo interno.
Toni Bunnel (1997) ritiene che proprio il collegamento dei campi energetici del praticante e della terra consenta al primo di attingere alla sorgente di energia infinita o campo energetico universale, attraverso la Risonanza di Schuman.
Il Prof. Paul Davies e il Dott. John Gribben ne “Il mito della materia” discutono la visione della fisica quantistica che si riferisce ad un “universo vivente” in cui tutto è connesso in una rete vivente di interdipendenze. Tutto questo conferma l’esperienza soggettiva di unicità e coscienza espansa riportata da chi, regolarmente, riceve o si autotratta con Reiki.
Zimmerman (1990) negli USA e Seto (1992) in Giappone approfondirono ulteriormente l’ampio campo biomagnetico pulsante emesso dalle mani di praticanti di metodi di trasmissione energetica mentre lavoravano. Essi scoprirono che le pulsazioni vibravano alle stesse frequenze delle onde cerebrali, in un intervallo compreso tra 0,3 e 30 Hz, con maggiore densità tra 7 e 8 Hz, nello stato alfa. Ricerche mediche indipendenti hanno dimostrato che in questo intervallo di frequenze le capacità di autoguarigione del corpo sono fortemente stimolate e che specifiche frequenze possono essere utilizzate per rigenerare i diversi tessuti.
Ad esempio, 2 Hz per la rigenerazione dei nervi, 7 Hz per la crescita ossea, 10 Hz per la guarigione dei legamenti e 15 Hz per la formazione dei capillari.
I macchinari per la fisioterapia, basati su questi principi, sono stati creati per favorire la rigenerazione dei tessuti molli e la tecnologia ad ultrasuoni è comunemente usata per pulire arterie intasate e disintegrare calcoli renali. Inoltre, da anni, si sa che piazzare una bobina elettrica attorno ad una frattura che non si ricompone aiuta l’osso a crescere e a rigenerarsi.
Becker spiega come le onde cerebrali non siano confinate al cervello ma viaggino in tutto il corpo attraverso il sistema perineurale, costituito dalle guaine dei tessuti connettivi che circondano tutti i nervi.
Nel corso di un trattamento, queste onde iniziano come pulsazioni relativamente deboli nel talamo del cervello del praticante e accumulano forza mentre fluiscono ai nervi periferici del corpo, incluse le mani.
Lo stesso effetto si rispecchia nella persona che riceve il trattamento e Becker ritiene che sia questo effetto, più di ogni altro che regola la rigenerazione dalle ferite e il riequilibrio dell’intero sistema.
Ciò evidenzia una delle caratteristiche speciali del Reiki (e terapie simili) che lo rendono particolarmente efficiente, vale a dire il fatto che sia il praticante che il ricevente beneficiano del trattamento.
È interessante notare che il Dott. Becker basò il proprio studio su un campione di soggetti di diverse culture e indipendentemente dai loro sistemi di credenze o usanze tutti i test portarono ai medesimi risultati. Una parte della crescente popolarità del Reiki sta nel fatto che non impone un set di credenze e può essere liberamente utilizzato da persone di ogni cultura, formazione e fede. Questa neutralità lo rende particolarmente appropriato anche per l’uso in ambito medico e nelle prigioni.
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